Bail-in,

nuove regole per la risoluzione delle crisi bancarie

Dal 1° gennaio 2016 è entrata in vigore una nuova normativa europea per la gestione delle crisi bancarie, per evitare che gli effetti del dissesto si propaghino sui bilanci degli Stati e quindi su tutti i cittadini.

È però fondamentale capire che le banche non sono tutte uguali e che è importante prestare grande cura ai propri investimenti diversificandoli.

Che cos’è la risoluzione di una banca?

La “risoluzione” è un processo di ristrutturazione del dissesto condotto dalla Banca D’Italia. L’alternativa alla risoluzione è la liquidazione coatta amministrativa, disciplinata dal Testo unico bancario.

Quando può essere sottoposta a risoluzione una banca?

La procedura di risoluzione si attiva: 

a) se la banca è in dissesto o a rischio di dissesto;

b) quando si ritiene che misure alternative di natura privata (quali aumenti di capitale) o di vigilanza non consentano di evitare il dissesto in tempi ragionevoli;

c) quando si rende necessaria nell’interesse pubblico perché l’eventuale liquidazione coatta amministrativa della banca in dissesto potrebbe incidere sulla stabilità del sistema bancario.

Cos’è il BAIL-IN?

Il bail-in è uno degli strumenti di risoluzione previsti dalla normativa. Esso permette alla Banca d’Italia di ridurre il valore delle azioni e di altri crediti ammissibili (per un massimo pari all’8% del totale) per assorbire le perdite e ricapitalizzare la banca.

Gli azionisti e i creditori non potranno in nessun caso subire perdite maggiori di quelle che sopporterebbero in caso di liquidazione della banca secondo le procedure ordinarie.

Il bail-in consente alla banca di continuare ad operare e a offrire i servizi finanziari ritenuti essenziali per la collettività senza gravare sui contribuenti.

Come funziona?

Il bail-in si applica seguendo una gerarchia la cui logica prevede che chi investe in strumenti finanziari più rischiosi sostenga prima degli altri le eventuali perdite o la conversione in azioni della nuova banca.

Solo dopo aver esaurito tutte le risorse della categoria più rischiosa si passa alla categoria successiva.

L’ordine indicato è:

1) azioni (rappresentative del capitale)

2) obbligazioni subordinate (il cui rimborso, in caso di liquidazione dell’emittente, non è assicurato)

3) obbligazioni non subordinate e depositi interbancari e delle grandi imprese

4) dei depositi delle persone fisiche e piccole e medie imprese (per la parte eccedente l’importo di € 100.000, protetto per legge dal Fondo di Garanzia dei Depositanti del Credito Cooperativo).

Una volta assorbite le perdite, si procederà alla conversione degli strumenti 2. 3. 4. in azioni.

Cosa è escluso dal BAIL-IN?

 Dalla procedura di bail-in sono espressamente esclusi:

  • I depositi fino a € 100.000 per ogni depositante (depositi a risparmio, conti correnti, certificati di deposito nominativi, conti deposito e time deposit) protetti dal sistema di garanzia dei depositi
  • Le obbligazioni bancarie garantite  (i cosiddetti “covered bond”)
  • Il contenuto delle cassette di sicurezza
  • Gli strumenti finanziari (titoli, fondi comuni di investimento, prodotti assicurativi, sicav ed altro) custoditi nel dossier titoli
  • Le gestioni patrimoniali.

Come sono tutelati Soci e Clienti delle Banche di Credito Cooperativo?

Riguardo alle nuove regole occorre tenere presente due aspetti rilevanti:

1) la procedura di risoluzione si attiva solo se la banca è considerata RILEVANTE PER L’INTERESSE PUBBLICO.

Quindi l’eventualità che una BCC – solitamente di piccola dimensione - possa essere oggetto di una procedura di risoluzione appare contenuta.

Nella maggior parte dei casi se una BCC manifestasse dei problemi si applicherebbero le procedure previste in Italia dalla normativa esistente.

2) LE BCC SONO UNA RETE. Da sempre le difficoltà di singoli istituti sono state risolte avvalendosi unicamente di risorse messe a disposizione dal Sistema BCC oppure con l’intervento degli strumenti di protezione dei soci e dei clienti predisposti dalla categoria.

Quali indicatori ci aiutano a valutare la solidità di una banca?

I parametri per valutare la solidità di una banca sono gli indici che rapportano il patrimonio alle sue attività ponderate per il rischio: CET1 (Common Equity Tier 1) e TCR (Total Capital Ratio).

Il primo indicatore è più “severo” nel calcolo del patrimonio disponibile rispetto al secondo. Vengono calcolati periodicamente (generalmente ogni trimestre) e riportati nei bilanci o report infrannuali di ogni Istituto.

Vuoi approfondire?

I seguenti documenti preparati da Banca d’Italia e Associazione Bancaria Italiana potranno esserti utili: